Imprese private, uffici pubblici, studi: le novità per 23 milioni di lavoratori

Il decreto legge del Governo: dal 15 ottobre scatta l’obbligo di green pass per avere accesso al posto di lavoro. Sospensione per chi non ha il certificato verde. Per le aziende sotto i 15 dipendenti si va verso l’ipotesi di sostituzione fino a 20 giorni.

Tampone, validità fino a 72 ore
Nel decreto green pass bis la commissione Affari costituzionali della Camera ha approvato un emendamento in base al quale il certificato verde rilasciato sulla base di un test antigenico rapido o molecolare con esito negativo ha una validità di 48 ore dall’esecuzione di un test “antigenico rapido e di 72 ore dall’esecuzione del test molecolare”.

Mascherine garantite nelle scuole dell’infanzia
Nelle scuole dell’infanzia e in quelle dove sono presenti bambini e alunni esonerati dall’obbligo di utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie, al personale deve essere assicurata “la fornitura di mascherine di tipo FFP2 o FFP3” come prevede un altro emendamento al decreto green pass “due” approvato in commissioni Affari sociali a Montecitorio.

Negli atenei sempre con la mascherina
Nelle università resta l’obbligo di tenere la mascherina anche se alle attività didattiche partecipano studenti tutti vaccinati o guariti da covid. Lo prevede un emendamento sempre al dl Green pass bis approvato in commissioni Affari sociali della Camera. Abrogata così la possibilità di derogare all’obbligo di usare “dispositivi di protezione delle vie respiratorie” quando tutti i presenti siano muniti di green pass. Una scelta motivata dalla natura delle comunità degli universitari, sempre in movimento e non suddivisi per classe come a scuola.

Quando scatta l’obbligo di green pass per il mondo lavorativo?
L’obbligo di ingresso in ufficio con il green pass scatta dal 15 ottobre per tutti i dipendenti pubblici. Vale anche per chi svolge un’attività lavorativa nel settore privato: per accedere al posto di lavoro è necessario possedere ed esibire su richiesta la certificazione verde.

Le partite Iva devono avere il certificato verde?
Si, è stato stabilito che l’obbligo scatta anche per le partite Iva. Il pass vale anche per gli studi professionali e per i fornitori.

Basta il green pass per accedere al pronto soccorso?
No, con la conversione in legge del primo decreto green pass, anche se muniti di certificato verde, si può entrare in pronto soccorso solo con il risultato negativo di un tampone. Fanno eccezione i casi di oggettiva impossibilità dovuta all’urgenza, valutati dal personale sanitario.

Come ottengo il rilascio del green pass?
In caso di vaccinazione: per la prima dose dei vaccini che ne richiedono due, la Certificazione sarà generata dal 12° giorno dopo la somministrazione e avrà validità a partire dal 15° giorno fino alla dose successiva; nei casi di seconda dose e dose unica per infezione precedente alla vaccinazione o infezione successiva almeno dopo 14 giorni dalla prima dose, la Certificazione sarà generata entro un paio di giorni e sarà valido per 12 mesi dalla data di somministrazione; nei casi di vaccino monodose, la Certificazione sarà generata dal 15° giorno dopo la somministrazione e sarà valida per 12 mesi.
Nei casi di tampone negativo la Certificazione sarà generata in poche ore e avrà validità per 48 ore dall’ora del prelievo. Nei casi di guarigione dal Covid la Certificazione sarà generata entro il giorno seguente e avrà validità per sei mesi.

A chi potrebbe non servire il certificato verde?
Il certificato verde potrebbe non servire agli inattivi e ai 2,3 milioni di disoccupati registrati dall’Istat, se non rientrato al lavoro. Ma sarà complicato anche per loro fare a meno del certificato: dal 1° settembre va esibito per viaggiare in aereo, sui treni Alta Velocità e Intercity oltre agli autobus a lunga percorrenza. Dal 6 agosto per entrare in palestre, piscine e ristorati al chiuso, musei, teatri, cinema, concerti e concorsi pubblici.

Un’azienda ha sottoscritto un contratto per l’archiviazione di documenti presso una pubblica amministrazione, il che comporterà la presenza dei suoi dipendenti negli uffici di committente. Anche per loro sarà necessario esibire il green pass?
L’obbligo di esibire la certificazione vedere riguarda pubblica amministrazione ma si estende anche a “tutti i soggetti che svolgono, a qualsiasi titolo, la propria attività lavorativa o di formazioni o di volontariato presso le amministrazioni (pubbliche), anche sulla base di contratti esterni”. Quindi sono assoggettati a tale vincolo i dipendenti delle società che collaborano con le Pa e/o che svolgono la propria attività per loro conto e a qualsiasi titolo, cioè non solo i lavoratori subordinati, ma anche i collaboratori esterni. L’obbligo si estende altresì ai volontari e a coloro che svolgono attività di formazione per gli enti pubblici. Rimangono fermi, per espressa previsione normativa, i vincoli vaccinali dettati da precedenti disposizioni per il personale sanitario e per quello delle residenze sanitarie ed assistenziali.

Cosa rischia il dipendente pubblico che non è in possesso della certificazione verde?
Il personale che comunicherà di non avere il green pass o che ne risulterà privo viene in modo automatico considerato come assente ingiustificato e gli viene interrotta la retribuzione. Dopo cinque giorni di assenza si determina la sospensione dal lavoro fino alla presentazione della certificazione. Sono previse sanzioni, poi, per chi entra senza green pass e per il datore che ha omesso gli obblighi di controllo.

Sono un avvocato e non ho il green pass. Posso accedere alle aule del tribunale per difendere i miei clienti?
Si, potrà farlo. L’obbligo infatti non vale per avvocati, consulenti, periti e tutti gli ausiliari del magistrato, come pure i testimoni e le parti del processo. Sono invece tenuti al possesso e all’eventuale esibizione del passaporto sanitario i magistrati ordinari, quelli amministrativi, quelli contabili e militari, l’Avvocatura dello Stato e anche tutti i componenti della commissione tributaria. Nel perimetro dei soggetti obbligati rientrano poi anche i magistrati onorari, in quanto titolari di una parte almeno e comunque significativa di amministrazione della giustizia.

Il testo a oggi noto del Dl reca una disciplina per la sospensione del lavoratore privo di green pass nelle aziende con meno di 15 dipendenti. Cosa prevede?
La norma, per come è scritta, è scarsamente intelligibile. Il lavoratore assente dal lavoro con diritto alla conservazione del rapporto può sempre, secondo i principi generali, essere sostituto con un lavoratore a termine, indipendentemente dal numero di dipendenti, e il termine può essere collegato al rientro del lavoratore sostituito. Non è chiaro quindi quale sia la regola specifica che si vorrebbe introdurre per i datori di lavoro con meno di 15 dipendenti, e quale sia la ratio di trattamento differenziato rispetto alle aziende di dimensioni maggiori. Si attende quindi una riformazione della norma, o un chiarimento.

Quali sono o doveri delle aziende alla luce dell’ultimo decreto sul green pass?
Le aziende piccole o grandi avranno l’onere di accertare che chiunque acceda ai propri locali per lavorare sia in possesso della certificazione verde. Quest’obbligo non sembra dunque essere assolto con esclusivo riferimento ai propri dipendenti.

Come deve procedere il datore di lavoro per quanti riguarda le verifiche?
La norma chiarisce che i controlli devono essere effettuati prioritariamente, ove possibile, al momento dell’accesso al luogo di lavoro; ma sarà possibile effettuare controlli anche in tempi diversi rispetto all’ingresso. Sul piano operativo, sarà possibile prevedere un accertamento elettronico collegato ai sistemi di timbratura, soprattutto negli stabilimenti produttivi e nelle aziende con un numero elevato di dipendenti, evitando così ritardi e difficoltà pratiche. In alternativa, sarà possibile prevedere un controllo da parte di soggetti preposti e dotati dell’apposita App ministeriale con identificativo tramite codice QR, ai fini della tutela dei dati personali sanitari dei dipendenti. La norma prevede anche la facoltà di effettuare una verifica a campione dei lavoratori, e quindi non di tutti i dipendenti, tutti i giorni.

Anche i collaboratori domestici sono obbligati a mostrare il green pass?
Si. Le disposizioni valgono anche per baby sitter, colf e badanti, con procedure di verifica ancora da definire. Sotto il profilo dei controlli, il nuovo decreto pone a carico dei datori di lavoro e del personale domestico gli stessi oneri previsti per qualsiasi azienda.

Sono un professionista e sto preparando il bilancio per una società. Per farlo dovrò recarmi spesso presso la loro sede. Devo per forza avere il certificato verde?
Dovranno avere il green pass tutte le persone che accedono dentro in luogo di lavoro per svolgere una prestazione lavorativa: professionisti, collaboratori e ogni altra forma di lavoratore autonomo.

Chi può fare i controlli del green pass nelle aziende private?
La verifica spetterà ai soggetti che organizzano, in qualità di datori di lavoro, l’attività lavorative del luogo in cui il lavoratore autonomo intende accedere.

Ci sono novità per cinema, palestre, stadi e teatri?
Non ci sono novità di rilievo. Il decreto rinvia a successivi provvedimenti per quanto riguarda la capienza dei luoghi dedicati all’entertainment. Resta l’obbligo, disposto a partire dal 6 agosto, di mostrare il certificato verde per accedere alle sale. Per gli operatori valgono incede le regole previste per i lavoratori.

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